Roland SH-4d: La Regina delle Groovebox da Divano

Introduzione (Il mio passaggio ad Eurorack)

Il percorso che mi ha portato al mondo  EURORACK


Era il lontano 1996, tempi in cui la musica elettronica prendeva forma in maniera sempre più concreta ed evoluta, i computers iniziavano a farsi strada tra i vari apparecchi, sintetizzatori e batterie elettroniche da tavolo detti anche "Hardware". 
Fu anche l'anno di "The Fat of The Land" dei The Prodigy, il disco colpevole di tutti i miei mali.


Ero in uscita da un adolescenza a suon di Trash Metal e Grunge ma anche di tanta musica Dance, in quegli anni giravano bombe Techno senza precedenti, le prime mine che in seguito mi hanno portato a diventare un produttore di quel genere immortale. Suonavo la batteria acustica insieme ad un caro amico, facevamo cover dei Nirvana, sì le suonavamo anche male!
Dopo aver ascoltato "Smack My Bitch Up"  immediatamente capii cosa volessi dalla vita e dalla musica, avevo già una buona predisposizione nerd, mio fratello maggiore spippolava con i computers ed io da bravo fratellino prendevo gli scarti del maggiore, li smontavo e rimontavo per tirare fuori le migliori prestazioni da processori i486 che facevano girare Windows 95, Carmageddon ed il mitico WinAmp per ascoltare gli mp3, per scaricare con Napster un mp3 con la connessione 56K di papà impiegavo mediamente una o due notti, in quegli anni i CD costavano veramente tanto.
Decisi così di installare Logic, un programma che mi permetteva di mettere dei suoni campionati in successione temporale ed aggiungere effetti classici di vario genere, delay, riverberi, compressori, filtri, distorsioni e menate varie. Iniziai a sperimentare la produzione di musica elettronica a costo 0 con il mio computer riciclato, naturalmente i risultati erano pessimi, ma io ero convinto e continuai per molti anni, passando per programmi di vario genere, soffermandomi poi su Rebirth e successivamente Reason per poi finire in bellezza sul grande ed insostiuibile Ableton Live.
Dopo una decina di anni di spippolamenti virtuali finalmente mi decisi ad acquistare qualche macchina, sentivo l'esigenza di avere delle manopole e dei bottoni sotto le mani, i controller non mi avevano mai regalato grandi soddisfazioni per via delle configurazioni midi ed incompatibilità tra programmi, ogni volta che avevo voglia di suonare mi ritrovavo nei panni di un tecnico informatico per diverse ore facendo sfumare via ogni idea creativa. Finalmente decisi di abbandonare la filosofia costo 0 ed acquistai una Korg Electribe ES1, nuova di pacca, presa in negozio da "Loveri" a Napoli


Finalmente qualcosa che accendevi ed era subito pronta all'uso, premevi qualcosa a caso senza neanche leggere il manuale e partivano delle gran batterie, loop e suonini vari, anche la resa sonora era più presente, i suoni arrivavano al petto, rispetto al suono del PC non c'era paragone. Iniziai così ad integrare i suoni campionati della Electribe  con gli arrangiamenti del computer, ma la malattia hardware ormai aveva preso il sopravvento, tra mercatini e negozi andavo alla ricerca di roba vecchia, volevo capire, volevo conoscere, volevo spippolare!
Ne provai diversi, Eko Duo Tiger, Korg Polysix, Roland R8, roba vecchia anche perchè in quegli anni tra il 2000 e il 2005 non c'era un grosso mercato, erano ancora tutti molto concentrati sui computers, controller e tastiere workstation con tanto di floppy disc e basi per Karaoke per suonare l'intro di "The Final Coundown" degli Scorpions.
Agli inizi del 2010, dopo la lenta morte dell'iPad della Apple a cui dobbiamo dare il merito di aver dato a molti programmatori la possibilità di sviluppare applicazioni che emulavano sintetizzatori vintage molto fruibili grazie alla tecnologia touch e la bassa latenza del dispositivo, l'essere umano si è ricordato cosa fosse l'approccio allo strumento, quanto fossero belli i vecchi sintetizzatori della Moog, Korg, Yamaha, Roland e così via, tanto che piano piano iniziarono a ripartire gli ingranaggi delle fabbriche di sintetizzatori che cominciarono a sfornare macchine nuove con motori analogici vecchio stile e controlli digitali, finalmente!
Così come il ritorno al vinile ci ha fatto riscoprire il piacere di ascoltare la musica adesso anche il ritorno all'elettronica primordiale ci farà riscoprire il piacere di suonare.
Poi un giorno un amico con cui suonavo mi disse "guarda che i moduli so proprio i tuoi! Dovresti provà" così, spinto dalla curiosità scoprì che qualcuno proprietario di un azienda tedesca chiamata Doepfer aveva avuto la brillante idea di sviluppare moduli sonori che potevano essere montati esclusivamente in un formato standard chiamato EURORACK, i suoi moduli riproponevano il sistema modulare Moog prodotto negli anni 70.
Inizialmente fui intimorito da molti fattori, non sapevo da cosa iniziare, quali moduli acquistare e dove procurarmi l'alimentazione ed il case formato eurorack. 
A differenza però dei lontani anni 90 per fortuna l'internet del futuro era pieno di risposte e così trovai un negozio on-line, Scolopendra che vendeva un case DIY con rails e alimentazione, pronto all'uso e chiavi in mano, dovevo decidere soltanto quali moduli acquistare. In quel periodo i produttori di moduli erano veramente pochi, giravano soltanto marchi come Doepfer, Intellijel, Pittsburgh, Make Noise, Verbos Electronix, Harvestman, Mutable Instruments, Tiptop Audio e stavano iniziando a muovere i primi passi anche Hexinverter, Noise Engineering e tanti altri che non sto qui ad elencare. Naturalmente scelsi la strada più economica e più semplice e decisi di iniziare con Doepfer sia per la semplicità dei singoli moduli che per il costo, la scelta però restava sempre difficile potevo scegliere tra moduli basici come vco, vcf, lfo, vca, lpg e via via la faccenda si faceva sempre più complessa! "Cosa ci farò con un solo vco? Cos'è un vco? Che sono i CV? Qual'è la differenza tra un gate e un trigger??" ovviamente boh! 
Consultai il canale YouTube "Raul's  World of Synths" ricco di tutorial dei singoli moduli della Dopefer, spiegati in maniera accademica e soporifera, alla fine optai per un oscillatore, un generatore di rumore bianco ed un mixer a 4 canali.
Il risultato fu questo:


Avevo finalmente trovato ciò che cercavo e quello che stavo cercando era un suono molto personale, organico e con comportamenti variabili e cosa più importante avevo finalmente trovato un modo per costruire piano piano il mio strumento, pezzo per pezzo, funzione per funzione. 
Nel giro di pochi giorni misi in vendita tutto il mio attuale corredo di "macchinette" ed iniziai a progettare il mio sistema modulare, che tutt'ora a distanza di più di 5 anni è ancora in continua evoluzione. 


Mi chiamo Giorgio Cerrato, nato a Napoli nel 1979 sono un produttore di musica Techno e con il nome di "Exsiderurgica" ho avuto il privilegio di pubblicare un EP in vinile "The Milky Way" per l'etichetta di SNTS "Sacred Court"


Recensione EARMILK

In questo blog vi parlerò delle mie esperienze con il sintetizzatore modulare, troverete delle guide complete su come iniziare, dove acquistare e a chi rivolgersi, recensioni dettagliate su moduli ed accessori Eurorack, ma parlerò anche di DIY, sintetizzatori , batterie elettroniche e tutto ciò che può avere a che fare con i moduli Eurorack.


Giorgio Cerrato - Facebook - Instagram - YouTube

Commenti